mercoledì 13 ottobre 2010

Consiglio comunale di Rho del 12 ottobre 2010

Ieri sera in consiglio comunale il piano Alfa Romeo non è passato: 15 no, 10 sì e 5 astensioni.
Abbiamo una maggiornaza allo sbando che non riesce a predere una decisione che è una, il sindaco Zucchetti, ormai, non gode più della fiducia dei suoi consiglieri.

clicca qui per vedere la seconda parte





Scusate la qualità dell'audio ma ieri non ci hanno fatto entrare in aula consiliare e abbiamo dovuto arrangiare un collegamento esterno.

giovedì 16 settembre 2010

Ipocrisia Politica



In questa videointervista Carnuccio, Vicesindaco di Rho, esibisce tutta l'ipocrisia che circonda la nostra classe dirigente.
Dribla le domande, da risposte che non entrano nel merito ma, sopratutto non è per nulla informato e (come la maggior parte dei nostri politici) è convinto che in altri paesi europei esiste l'immunità parlamentare per il capo del Governo.
Come siamo messi.......

venerdì 3 settembre 2010

Schifare Schifani non è reato, fuori la Mafia dallo Stato


Sabato 4 settembre Renato Schifani sarà ospite alla festa del PD  in Piazza castello a Torino, parteciperà alla confarenza " Istituzioni alla prova" ( h. 16.00 con Piero Fassino e Bianca Berlinguer).
Un occasione da non perdere (due al prezzo di uno), io non potrò esserci per questioni di Lavoro ma so che ci sarà un "caloroso" benvenuto.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?) noi nemmeno.....

mercoledì 1 settembre 2010

A Ballaman (Lega nord) l'auto blu piaceva proprio



Edouard Ballaman, 48 anni Leghista doc, il primo di aprile scorso convocò i giornalisti per farsi fotografare con la sua vecchia rover verde e annunciò che da quel momento avrebbe rinunciato all’auto blu per risparmiare; ricordate?
Bene da quando ha rinunciato all’auto blu (dalla vecchia Rover è passato a un Nissan Quasquai) il nostro dipendente ha diminuito le sue presenze istituzionali e ci costa 3200 € al mese di rimborso spese, molto di più di quello che spendeva prima con l’auto di servizio, nonostante la usasse anche per spostamenti personali.
Si perché il buon Ballaman usava l’auto blu per andare a trovare la fidanzata (oggi moglie) per accompagnarla dal dentista, l’ha perfino usata per andare all’aeroporto quando è partito per il viaggio di nozze – clicca qui per vedere il dettaglio dei viaggi.
Insomma in realtà è stata un operazione di facciata perché l’auto a cui lui ha rinunciato è rimasta a far parte del parco macchine e quindi lo stato non si è alleggerito del suo costo anzi, Ballaman ci costa di più in rimborso spese.
La Procura della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia ha aperto un'inchiesta vedremo come andrà a finire di certo c’è solo che per l’ennesima volta un nostro dipendente ci prende per il c…..
Loro non molleranno mai ( ma gli conviene?) noi nemmeno

martedì 31 agosto 2010

Panorama censura i commenti




Non scopro solo adesso che in Italia non c’è una vera informazione e nemmeno la possibilità di dialogare con media.
Giornali e TV parlano tranquillamente senza mai dare la parola ai lettori, o meglio, la parola la danno so ai lettori che vogliono loro.
Il 30 agosto mi imbatto nell’editoriale di Mulè (Panorama)  - che può essere letto a questo link - sul Caso Mondatori e decido di commentare l’articolo, che ritengo fazioso (non è un insulto) e non veritiero, in modo che possa essere pubblicato il mio punto di vista.
Questo è il testo del commento postato il 30 agosto alle 16 e 12 min:
“Vede caro direttore innanzitutto c’è da precisare una cosa, l’illegittimità della famiglia Berlusconi di possedere la Mondadori non è presunta ma una sentenza stabilisce che fu sottratta a De Benetti attraverso la corruzione di un giudice (condannati Previti e Acampora prescritto Berlusconi grazie alle attenuanti generiche).
Il contenzioso con il fisco è un altra cosa la presunta frode fiscale sarà frode solo all’ultimo grado di giudizio senza scorciatoie, non vedo perchè Dell’Utri è da considerarsi mafioso solo dopo la cassazione mentre questa situazione la vogliamo chiudere con una mancia prima che sia conclusa.
Se Mondadori non ha nulla da nascondere ha tutto da guadagnarci, in caso contrario a perderci saranno solo i cittadini.
Devo ammettere che la sua dedizione al Capo è totale.”
Come si vede nella foto da allora il mio commento è in attesa di essere approvato.



 
Fanno prima a non permettere i commenti invece di fare finta di aprire il sito ai lettori e poi non pubblicarne le reazioni.
Povera Italia

Caso Mondadori: Carlo Lucarelli risponde



Qualche giorno fa avevo scritto a Carlo Lucarelli a proposito della Mondadori, la casa editrice per cui scrive, chiedendogli se non era il caso, visto l'ultima legge ad aziendam del Governo, di lasciarla.
Lucarelli , che è una persona seria, mi ha risposto.
Non condivido la sua opinione perchè ritengo sia arrivato il momento di fare qualcosa di concreto.

Qui di seguito il testo della e-mail di Lucarelli:

Caro Simone Savergnini

ti ringrazio per avermi scritto, condivido la tua indignazione per l’ennesima legge-porcata contro la quale, come per tutte le altre, non mi risparmierò dall’esprimere il mio dissenso e la mia rabbia, ma non farò quello che mi chiedi, e ti dico perché.

         Non voglio lasciare un patrimonio di cultura, di civiltà e di democrazia come è il catalogo Einaudi e in gran parte anche Mondadori nelle mani di quello che anch’io considero una delle grandi sciagure di questo paese.

Il mio posto dentro quella storia non è suo, e io intendo difenderlo con tutte le mie forze, e finché potrò scrivere al meglio e in piena libertà e sarò in compagnia di gente che si riconosce in quei valori (autori, editor e lavoratori a vario titolo) io resisterò assieme a loro.

Rispetto tutte le posizioni individuali di chi intenda fare una scelta diversa, ma andarmene, come mi chiedi, per me sarebbe solo una fuga, un gesto facile, buono far bella figura e a farsi pagare meglio da un’altra parte, ma inutile, incoerente e per di più dannoso.

Ti ringrazio ancora per avermi scritto, spero che potrai ricominciare a leggermi quando questa situazione si sarà risolta, magari anche grazie a quei nostri libri, e ti saluto con affetto.

venerdì 27 agosto 2010

Mondadori?.... No Grazie



Dare un segnale, questo è quello che si dovrebbe fare.
Il Governo Berlusconi (per decreto) ha inserito una norma che consentirà alla Mondatori ( Di Berlusconi anche se sottratta con la corruzione) di pagare un evasione di 350 milioni con 8,6 milioni insomma un autocondono.
Io che sono nessuno farò di tutto per informare i cittadini della mia città di questa ennesima maialata del Governo, ma il segnale più forte dovrebbe arrivare da autori come Saviano, come Scalfari ( che ha già detto che continuerà a lavorare con la Modadori), dovrebbero mollare baracche e burattini e andarsene se non vogliono essere complici di questa evasione fiscale a spese dei disoccupati e dei lavoratori in cassa integrazione.
In rete è nato un movimento “ Mondatori?.. no grazie!” , chiunque voglia attivarsi per combattere questa schifezza qui lo può fare.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?) noi nemmeno….

giovedì 26 agosto 2010

La Merkel blinda la libertà di stampa



Mentre nel nostro Paese si cerca in tutti i modi di approvare una legge (legge Bavaglio) che tappi la bocca a Giornali e TV per accontentare il Regime, in Germania vanno in leggera contro tendenza.
La Merkel blinda la libertà di stampa, pubblicabili anche le notizie Top Segret: Il governo tedesco cambia il Codice penale e sottrae i giornalisti alle pene per la rivelazione di informazioni riservate. (Repubblica.it).
Le salme politiche del nostro paese sono arrivate al capolinea, una valanga li travolgerà senza che nemmeno se ne rendano conto, passano ore e ore nei salotti televisivi senza dire nulla
(litigano e basta)
Il futuro non sono loro ma siamo noi, i cittadini del MoVimento 5 stelle, unico movimento politico che fa Politica e che ha un programma vero.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?) noi nemmeno….

mercoledì 25 agosto 2010

Siamo cittadini o sudditi?

Da Uguale per tutti



di Giuseppe Albanese
(Studente universitario)


Il principio dello Stato di diritto presuppone che l’agire dello Stato sia sempre vincolato e conforme alle leggi vigenti.
Dunque, lo Stato, sottopone se stesso al rispetto delle norme di diritto, e questo avviene tramite una Costituzione scritta.
Nella storia, la nascita dello Stato di diritto coincide con la fine dell’assolutismo, e comporta l’affermazione della borghesia tra il XVIII ed il XIX secolo.
Infatti, a livello teorico, la proclamazione dello stato di diritto avviene come esplicita contrapposizione allo Stato assoluto in cui i titolari dei poteri erano “absoluti”, ossia svincolati da qualsivoglia potere ad essi superiore.
Oggi sembra essere tornato l’assolutismo in Italia: la legge non è più uguale per tutti ... il “potere”, in senso lato, è tornato ad essere “absoluto” ... il Parlamento è divenuto uno strumento in mano all’Esecutivo, e le disposizioni normative hanno da tempo perso i caratteri illuministici della brevità e della chiarezza, divenendo negli anni un marasma indecifrabile, quasi degli statuti cinquecenteschi, che fanno la fortuna dei moderni “azzeccagarbugli”.
Il potere giudiziario è in balia delle onde: è rimasto l’ultimo orgoglioso tutore e baluardo della legalità, in un quadro di disgustoso disordine istituzionale, ma è costantemente controllato a vista e vilipeso da un esecutivo che minaccia di operare nei suoi riguardi riforme ai limiti della costituzionalità.
E’ altresì dilaniato da contraddizioni interne, da infiltrazioni nocive eterogenee ad esso, per contrastare le quali, aimè (non me ne vorrà il Capo dello Stato) non gode dei necessari anticorpi.
Questo disordine di equilibri, di ruoli e di fonti ha condotto alla “diseducazione civica” della società italiana; è stata inarrestabile e ci ha reso tutti meno responsabili, attivi e interessati, quindi più facilmente condizionabili, “gestibili”: il cittadino è tornato ad essere suddito.
A questo punto sorge spontaneo citare l’amara ma lucida riflessione di un noto magistrato, Piercamillo Davigo, che fotografa in maniera imbarazzante la realtà italiana: “Questo è un paese infarcito di una infinità di regole la cui violazione è abitualmente tollerata. Un paese serio è un paese dove ci sono poche regole fatte ferreamente rispettare. Questa è la differenza fra il suddito e il cittadino: il suddito è un soggetto cui sono imposti infiniti obblighi e infiniti divieti; normalmente gli si permette di farne strame ma se alza la testa gli si chiede conto e ragione di tutte le violazioni fino a quel momento perpetrate. Il cittadino è un uomo a cui sono imposti pochissimi obblighi, pochissimi divieti per la cui violazione non c’è perdono, non ci sono il condono edilizio, il condono fiscale, l’amnistia, l’indulto: c’è il rigore. Ma, rispettati quegli obblighi, è un uomo libero e più nessuno può infastidirlo”.
Mentre il cittadino è il civis, colui che partecipa della vita pubblica della comunità e come tale è titolare di diritti e soggetto delle decisioni , il suddito è colui che delle decisioni è solo oggetto.
Il cittadino italiano, oggi, è tornato ad essere oggetto delle decisioni, tirato in ballo in continuazione da chi vuole legittimare senza possibilità di replica e critica il suo potere: “gli elettori hanno deciso”, “il popolo italiano ha scelto”, come se la volontà e gli umori del popolo fossero l’unico elemento valido per legittimare la direzione politica di uno Stato, o per rendere qualcuno giuridicamente irresponsabile.
L’articolo 1 della Costituzione stabilisce senz’altro che “la Sovranità appartiene al popolo”, ma aggiunge anche che esso deve esercitarla “nelle forme e nei limiti della Costituzione”, evidenziando chiaramente i principi ed i limiti propri dello Stato di diritto.
Erano i sovrani assoluti, ed in epoca più recente i dittatori, che legittimavano il loro potere in nome del Popolo: proprio per mezzo di questa “autorizzazione superiore” compivano i peggiori misfatti, calpestavano i diritti di quel popolo demagogicamente esaltato, giustificando il loro agire con un consenso ideale che in realtà era timore, ignoranza, mancanza di freni e di limiti istituzionali che imbrigliassero la loro azione politica, limiti oggi rappresentati proprio dalla carta Costituzionale.
Già, la Costituzione ... quotidianamente offesa e aggirata, minacciata da una sempre più marcata deriva autoritaria.
A questo punto lo so a cosa starete pensando: tutto già letto, tutto già sentito ... infatti, “L’Italia s’è desta”, gli italiani no.

lunedì 23 agosto 2010

Un tizio fonda un partito e dice che è libero e liberale




Con queste parole, Flippo Rossi inizia il suo pensiero sul Popolo delle libertà (un articolo tutto da leggere) comparso su fwebmegazine il periodico della fondazione Fare futuro.
Non so se c’è da rallegrarsi oppure no della folgorazione che ha colpito gli ex AN, sembra che tutto d’un tratto siano usciti da Matrix, io non mi fido.
Parliamo di persone che fino ad un mese fa facevano da scendiletto al Nano Malefico e ne difendevano le idee (imposte) a spada tratta, hanno digerito maialate come il Lodo Alfano e  la finanziaria senza battere ciglio.
L’impressione è che abbiano fiutato la fine del regime e, come fanno i topi, ora scappano dalla nave che affonda, beh è inutile ormai la nave affonda anche per loro la cuccagna è finita.
Sempre più persone ( da destra a sinistra e al centro) stanno uscendo dal torpore mediatico in cui il nostro paese è stato immerso negli ultimi anni e non si fanno più prendere per il c…lo.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?) noi nemmeno…..

giovedì 19 agosto 2010

Revocare gli eletti….ecco cosa serve per mandare a casa questa classe dirigente



Si tratta di un Istituto che esiste in molti Paesi ( in USA dal 1903 in Svizzera dal 1846 in Canada dal 1995, in Russia e in Venezuela)
Di cosa si tratta?
Non è altro che la possibilità degli elettori di mandare a casa attraverso un voto chi tradisce le aspettative, viene chiamato recall.
Nel nostro ordinamento l’ostacolo più grande è l’art. 67 della costituzione che stabilisce che i parlamentari esercitano il loro mandato “ sena vincolo di mandato” ovvero possono andare a destra e a sinistra come gli pare senza rendere conto agli elettori per evitare ricatti di ogni genere (cosi è stato pensato dai padri costituenti).
Ma c’è un modo per mantenere inalterate le libertà, il recall è un istituto serio, la procedura di solito prevede che per arrivare al voto di revoca sono necessari almeno il 25% del suffragio delle ultime elezioni.
In più, se il politico supera l’esame del voto ne esce rafforzato, così in realtà il recall esalta la libertà non la limita.
Insomma il metodo è questo, si raccolgono le firme necessarie e si chiede ai cittadini se il candidato di turno può restare al suo osto oppure no ( senza quorum).
Per evitare strumentalizzazioni si può fare in modo che il recall non può essere chiesto prima che sia passato 1/3 della legislatura e che non possa essere chiesto più di due volte nell’arco di un mandato, cosi da lasciare tempo ai politici di attuare le proprie idee e evitare recall multipli e strumentali.
A me sembra un buon compromesso che rimette nelle mani dei cittadini l’amministrazione del Paese

Bibliografia: "La cura"

mercoledì 18 agosto 2010

Quanto dovrà sborsare Paolo Berlusconi questa Volta?



Paolo Berlusconi (fratello di B), è da qualche tempo editore de “IL Giornale”, esattamente da quando il Cavaliere ha dovuto liberarsene a seguito della legge Mammì.

Bene il Povero Paolino ogni volta che Feltri sfodera la vena investigativa, riempiendo le pagine del Giornale di famiglia con una serie infinta di baggianate, ci rimette di tasca sua:

Dipinse Di Pietro un Tangentaro (scusandosene poi), tutto falso, Paolino sborsa 700 milioni.

Non contento ricominciò accusando di nuovi Di Pietro di trafficare con case e finanziamenti pubblici, tutto falso un'altra volta, Paolino sborsa 244.000 euro.

Poi ci sono il caso Boffo e tutte le baggianate dette sul caso Mitrokin, insomma la domanda sorge spontanea, che assegno dovrà adesso staccare Paolino visto che il Caso Fini- Montecarlo perde pezzi tutti giorni?

Vai vai Paolino!!